giovedì 21 agosto 2008

" L'un t'éclaire avec son ardeur,
l'autre en toi met son deuil, Nature!
Ce qui dit à l'un: Sépulture!
dit à l'autre: Vie et splendeur!"

( Alchimie de la douleur )

Ma almeno in questa umanità che si contorce ridicolmente, Baudelaire restava solo, dotato di irriducibile soggettività, e perchè spinto a lottare da solo contro l'illusione della vita, a mostrare la presenza del verme nel frutto e la disgregazione nell'uomo.
Dicevano di lui: " L'atteggiamento di Baudelaire è quella di un uomo curvo. Curvo su se stesso come un Narciso. Non v'è in lui coscienza immediata che uno sguardo acuto non la trapassi. A noi altri basta vedere l'albero o la casa; tutti assortiti nel contemplarli, dimentichiamo noi stessi. Baudelaire non si dimentica mai. Si guarda vedere, guarda per vedersi guardare; quel che lui contempla è la sua coscienza dell'albero o della casa, e le cose non gli appariscono se non attraverso di essa, più pallide, più piccole, meno commoventi, come se le scorgesse traverso un binocolo...Nella sua stessa arte non avrà altra preoccupazione, che di mostrare le cose attraverso uno spessore di coscienza umana."

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