mercoledì 18 febbraio 2009

Ho aperto la finestra ed è entrato un vento freddissimo.
Volevo controllare che le mie piantine stessero ancora bene, che non avessero bisogno di altra acqua per restare ancora così raggianti sul mio davanzale. È quel colore così acceso che mi fa sorridere. E quando sorrido so di riuscire a valorizzare i miei sguardi.
Oggi è stato un giorno come tanti, ma in fondo mi ricorderò di questa giornata, ed è per questo che non sarà più così banale. “I giorni che non si ricordano non valgono la pena di esser vissuti” è una frase che mi è piaciuta, l’ho letta o l’ho sentita citare da qualche parte. Sono i piccoli avvenimenti giornalieri a fare della vita una cosa spettacolare.
Ho richiuso la finestra, con un po’ di forza, perché il vento mi spingeva contro. Poi mi son messa a studiare un po’. una sigaretta e qualche pensiero: Le fotocopie che ho perso e che domani dovrò recuperare. La macchina incidentata che però non si è fatta niente. Un pensiero rivolto a te. A uno dei tanti baci dolci. Uno a quello che mi piacerebbe fare, ma che poi non faccio. Un altro cafè, ma stavolta da Matilde che ha rifatto casa ed ha saputo come illustrarmela bene. Faccio una corsa fin sotto il portone: “Mamma apri che si gela!”. Apro il frigorifero e non ho voglia di nulla. Mangerò più tardi. Riguardo gli appunti e non capisco un cazzo. Avere addosso la voglia di finire ma con la brutta sensazione di non farcela. Senza impegno non ho mai preteso troppo. Ma io son fatta così..vorrei riuscire a far di tutto e non fare nulla. Vorrei che si potesse scacciare la malinconia semplicemente non pensandoci. Ma io son fatta così. Mi contorco nel mio corpo di speranze, di illusioni, di cose belle, di altre brutte e ci credo fino in fondo. Poi la vita mi ha fatto capire una cosa…L’inevitabile non accade mai…L’inatteso sempre…

martedì 3 febbraio 2009


Ma poi mi chiedo il perché. Non riesco a capirlo questo mondo, so che mi gira intorno e se ne fotte dei miei pensieri. Potrei vivere o morire lui farebbe finta di nulla. A me piace cazzo, mi piace starci dentro! mi piace viverlo in tutte le sue sfumature. Lo ascolto e cerco di capirlo anche quando sembra incomprensibile. E lo è..eccome se lo è..Incomprensibile. Lui non si sforza di capire me. Non ha tal volta il tatto e quella sensibilità di farlo. Cerco di parlarci nei suoi tramonti, cerco di spiegargli ciò che penso, ma continua tutto a girare senza importarsi di parole che son davvero importanti. Solo per me ovviamente, nel mio infinitamente piccolo spazio. E in questo spazio piccolissimo c’è solo lei che mi sorride. È quella ragazza coi capelli ricci, con gli occhi dolci, capricciosa. Quella ragazza che vuole imparare e non capisce mai. Quella che si imbarazza tanto, ma che è felice li dentro, in quello spazio. La chiamo ogni tanto, vorrei che si voltasse, ma non mi si fila. Crede che li sia tutto più bello e non posso darle torto. Per questo lascio che resti li e non insisto. A volte la sento che si muove, che si agita, che vorrebbe affacciarsi. Non lo fa più. Poiché, ogni volta che ci prova si mette paura. Comincia a soffrire, le sembra tutto un brutto sogno. Mia piccola..io vorrei salvaguardare la tua genuinità, il tuo coraggio, la tua forza, il tuo cuore. Alle volte non ci sono riuscita, ma non prendertela. Ci scuseremo quando insieme avremo trovato un equilibrio che ci permetterà di chiarire davvero.