mercoledì 21 ottobre 2009

Le attese, le illusioni, le disillusioni. Assaporo ogni fredda giornata con la sua densità mentre mi fruga nell'animo. E scivola lenta quasi solleticandomi addosso l'armonia, quel piacere, se ne vanno i sorrisi dai volti conosciuti, ed una sala d'ospedale gialla anonima. Cala il sipario dello scenario inatteso e dietro un vetro ti senti piccolo e insignificante. Poso la spensieratezza, tra il fumo e occhi spenti. Mi volto da altre parti e sbircio da una serratura di una porta. Intravedo con difficoltà quei posti lontani, al di là di ciò che sembra reale, dove il vuoto non incombe, dove l'aria non ti schiaccia. E la distrazione pare per un attimo ti sorregga il cuore. Fantastico di cose che non m'appartengono, che non mi ronzano intorno. Discese di valli sconfinate di tristi tramonti ed una piccola luce fioca che mi fa compagnia. La guardo sorpresa, m'avvicino e la avvolgo tra le mani, la infilo nella tasca del cappotto di lana. Fuori fa freddo e qui dentro nascosta tra i brividi, una luce lieve e calda. Scorgo tra le faccie i sensi di colpa, le malinconie i timori, d'un tratto non mi sento sola. E la vita in bilico tra fremiti e grida. Tra le attese, le speranze, il lasciarsi andare. Il cielo che si scopre e si ricopre di mistero. Dinuovo un balzo per qualcosa che sembra ma che poi non è mai. Mi incammino verso casa e mi rattristo tra goccie di pioggia fina, sprazzi di ruggiada, lacrime di Dio, oltre le quali pur non vedendole si nascondono le stelle. Da dove nascono le stelle? Un calore mi tiene accesa la mente e il cuore mio, tra la mia anima e il giubbotto. Tiro fuori questa luce che non s'è spenta. La poggio sul comodino accanto al letto e mi addormento.

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