giovedì 18 giugno 2009

Una sera come tante. Una sera di quelle inutili, dove fuori di qui il tepore dell’estate scalda i vetri delle mie finestre, le macchine per la strada corrono senza rallentare e sempre di fretta, suonando i clacson, frenando rumorosamente, tutto come sempre. Il rumore permeato del mondo che si insinua nelle mie orecchie, come le parole a volte urlate di quei vicini di casa, quella coppia che stasera ha qualcosa per cui discutere. I lampioni fiocamente illuminati, qualche gatto che passa e che miagola, il televisore acceso, che parla, che fa un po’ di chiasso, ma al quale io non presto la ben che minima attenzione. Mi tiene compagnia a volte, semplicemente come sottofondo. E la Noia.. che mi trattiene un po’ con se e che non mi permette di muovermi liberamente. Mi stringe bene i polsi con un nodo difficile da sciogliere. Probabilmente se mi mettessi a leggere un po’, potrei vagare con la mente ed i pensieri spostarmi di luogo in luogo. Ma stasera non saprei cosa leggere. Nessuno stimolo. Eccola una sera come tante, quelle che non lasceranno traccia, che domani non ricorderò più. Il telefono non squilla, il pc che mi permette di scambiare due chiacchere con me stessa, e anche con ben poche cose da raccontarmi. Ma allora che scrivo a fare. Potrei approfittare per parlare di alcune cose, ma di nuovo la noia che stringe più forte i miei polsi, mi fa rallentare, ha paura che l’idea che ho avuto possa appassionarmi ed io con lei mollare la presa. Ma stavolta gliela darò vinta, perché tutto vorrei fare tranne che essere qui, stasera, tranne che fosse una sera come tante, che domani non ricorderò. E vorrei non essere sola in questa stanza, e vorrei che certi ricordi non mi perseguitassero quando mi sento sola. In questa sera, mi lascerò trascinare dal calore di queste luci, e mi lascerò andare all’apatia. Che non mi va di ascoltare musica, se non il tram tram delle automobili qui fuori, che non riesco a prestare attenzione a quella televisione ridicola, ne a qualche libro interessante. Ed in questo momento non vorrei essere sola in questo letto disfatto. Non vorrei essere sola per dover guardare negli occhi me stessa. Il muro tra me e ciò che mi circonda diventa più alto, più spesso. Punto la sveglia solo perché mi cade dalle mani mentre cerco di capire come mai stasera le lancette non seguono il solito moto perpetuo, si muovono con una lentezza che quasi mi spaventa, come se volessero darmi anche loro il tempo, il mio tempo per respirare e per conciliarmi con la tranquillità che mi si addice. Noia lasciami dare un tocco di colore al blu della notte che incombe. Arieggi nella mia camera come un fantasma. E l’aria è così pesante. Ma l’odore del mondo entra nella mia stanza, si mischia con quello della sigaretta appena accesa, mi domando solamente come si fa ad occupare il vuoto?

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