giovedì 5 dicembre 2013

LA LINEA ROSA TRA LA TERRA E IL CIELO.

Un anno esatto fa, o forse più di un anno fa, mi ritrovai a scrivere su un quaderno i miei pensieri, pensieri che in quel periodo strabordavano dalla mia testa e tutti d'un fiato li gettavo su quel quaderno, ovunque andassi, ovunque fossi, lo portavo con me quel quaderno verde. Poi una mattina, dopo aver scritto una trentina di pagine, decisi di provare a trasformare quelle parole in un libro. Cominciai a scrivere il libro cambiando solo i nomi dei personaggi che appartenevano alla storia, ma la storia era sempre quella. La mia. Vorrei trascrivere solo alcune righe adesso, che ho riletto dopo molto tempo e che proprio per questo, hanno risuonato cosi forte dentro di me riportandomi i ricordi a galla. La mia storia d'amore era ciò di più grande e prezioso che avevo e volevo incidere ogni gesto, ogni frase, ogni immagine, affichè non venisse dimenticato nulla nel tempo, quei dettagli che a volte spariscono. Il titolo nacque appunto da una frase di lui, un giorno forse d'estate, in cui viaggiando in macchina e guardando l'orizzonte ci accorgemmo che il cielo in quel preciso istante aveva un colore rosastro, delle ore del tramonto e per due tipi come noi non sarebbe mai stato qualcosa di cui non discutere con ammirazione: "Ecco,vorrei tanto vivere cosi, con te, i Pink Floyd di sottofondo, su quella linea rosa tra la terra e il cielo"...


"[...] Pensavo a cosa stesse mangiando in questo momento, a cosa stesse pensando, a cosa sognasse, a come interpretasse il chiasso che c'è qui fuori, come guardasse le cose che lo circondavano, che interpretazione gli dava, che valore attribuiva ad ogni sguardo. 
Ricordo quei progetti, li conservo. Avremmo voluto girare il mondo insieme, perchè insieme ci sentivamo al sicuro. Spesso eravamo li a sognare ad immaginarci di essere al mare, complici del mare e di quell'atmosfera che solo per noi si trasformava d'incanto. Quando lui mi lasciò sola, tante volte provai a fuggire con la mente per cercare di raggiungere quei posti di cui parlavamo. Ma sempre mi sentivo sempre più sola. Tanto, pensavo, fuggire non può servirmi a nulla, questo amore m'appartiene, è qui vivo dentro di me, se fuggissi, lui mi seguirebbe, e mi porterei lui dentro tutte le cose nuove che faccio. Io non sapevo come sarei riuscita a sopportare altre mattine, altre notti, altre giornate di un sole cosi splendido, ma cosi splendido da fare cosi male, più una cosa era bella e più mi feriva. Non c'era posto per la bellezza nella mia vita in quel momento, intorno a me, fino a che dentro di me ci fosse stato lui, l'idea che non avrei mai più potuto condividere con lui quel sole..quelle giornate di sole..era una sensazione di dolore quasi fisica.
Forse solo il tempo, poteva aiutarmi, e non avevo idea di quanto ce ne sarebbe voluto, ma in quel momento era chiaro, non c'erano vie di fuga, quelle sensazioni sarebbero dovute passare sulla mia pelle più e più volte ed io in silenzio e senza poter reagire avrei dovuto subire, giorno dopo giorno il dolore di quell'assenza. Che tristezza pensavo, lasciare che il tempo passi e si porti via quest'amore che ho qui dentro, è un amore bellissimo, un amore grandissimo, che tristezza costringerlo ad andar via, ad irrigidirsi, a non credere più. Succederà mai? Spietato è il tempo e spietata è la vita che mi avevano lasciata impotente davanti agli eventi. Ma una cosa la spero col cuore, spero che lui non si dimentichi mai quanto l'ho amato, spero che abbia imparato cosa può esistere nella vita, quanto conta e quanto può arrivare lontano, quanto può essere forte, disinteressato, capace di farci desiderare di voler fermare il tempo. [...]"

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